E’ con grande gioia che condivido con voi l’uscita di questa seconda pubblicazione che vuole essere il proseguimento naturale di un percorso iniziato alcuni anni fa con il mio primo lavoro.
Con la casa editrice Maggioli abbiamo riflettuto su che cosa potesse rappresentare oggi lavorare con le demenze e soprattutto come poter offrire un supporto concreto agli operatori, ai tanti caregiver che si trovano giornalmente a fronteggiare con il mondo delle demenze, spesso senza strumenti concreti.
Perchè è proprio questo il punto.
Che cosa sappiamo?
Che cosa vogliamo cambiare nei nostri processi e modelli di intervento se non partiamo dal conoscere modelli nuovi di approccio che aiutano a vedere, con occhi nuovi ciò che abbiamo di fronte?
Dobbiamo indossare degli occhiali nuovi per vedere ciò che è già davanti a noi.
Retrogenesi, pedagogia montessoriana e una visione sistemica saranno la base per una ristrutturazione complessiva delle nostre organizzazioni socio sanitarie che pongono come elemento fondamentale la persona e la sua storia.
Quante volte, nelle pubblicità di qualche realtà socio sanitaria, abbiamo visto divise inamidate, figure rilassate e visi sorridenti di operatori, infermieri e altri professionisti che si occupano di demenza?
Nella vita quotidiana le cose non vanno così.
E oggi, dopo lo stravolgimento epocale in cui siamo immersi, ancora di più.
Spesso a fine turno molti operatori sono sfigurati dalla fatica.
Turni che spesso non rispondono più a livelli di assistenza pensati e progettati anni fa.
La realtà è che le persone che arrivano nelle strutture sono molto cambiate rispetto ad una volta, perché hanno già delle necessità di tipo assistenziale molto impegnative.
Spesso non deambulano, sono già allettate, le disfagie sono all’ordine del giorno, la comunicazione verbale non è più il canale privilegiato.
Per cui, che fare?
Questo lavoro rappresenta il tentativo di ripensare completamente al senso della vita delle persone con demenza, all’interno delle strutture socio sanitarie, ma non solo.
Una risposta per i professionisti del settore in particolare, ma anche per tutti coloro che si trovano a vivere l’esperienza di un loro caro che convive con la demenza.
La persona affetta da demenza fa tornare alla mente la storia di Pollicino, che mentre cammina lascia delle tracce dietro di sé: per farsi scoprire? Per farsi capire?
Sta a noi comprendere, attraverso l’osservazione, che cosa sta accadendo e cercare di trovare delle soluzioni, anche fossero solo per riuscire a stare accanto.
Buona lettura!
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