Nel libro “Montessori abbraccia le demenze” edito da Maggioli 2020 https://www.maggiolieditore.it/montessori-abbraccia-le-demenze.html viene trattato un intero capitolo al tema dell’ambiente come spazio legato alla stimolazione per le persone con demenza. Partendo dal concetto che la pedagogia montessoriana non è una pedagogia sullo stimolo ma sulle risposte, allora dobbiamo fermarci e comprendere che tipo di stimolazioni o soprattutto che tipo di risposte può trovare la persona, nella fattispecie con demenza, in un ambiente, utili al suo benessere. Dobbiamo anche in questo caso fare un passo indietro o meglio, “fermarci accanto” e domandarci: quali sono le risposte che ricerca? come posso sostenerla senza sostituirmi?
Montessori affermava che: “L’ambiente che appartiene all’anima è quello noto, quello dove ci si può muovere ad occhi chiusi e trovare a portata di mano tutto ciò che si cerca: è un luogo necessario per la tranquillità e la felicità della vita”. L’ambiente montessoriano deve rispondere a 3 elementi: libertà, autonomia e individualità. Una struttura così concepita permette alla persona con demenza di creare una propria realtà attraverso degli elementi che infondono sicurezza, certezza e gli permettono di sviluppare un’autonomia tentando di non perderla.
“Il bambino conquista il mondo ed egli lo assorbe in sé ed assorbendolo forma il proprio corpo psichico” . Se questa è la caratteristica del primo periodo di vita, il bambino sentirà l’impulso di conquistare questo ambiente, visto che i primi organi che iniziano a funzionare sono gli organi sensoriali. La libertà del bambino per Montessori è fondamentale ed è agevolata proprio da come l’ambiente viene predisposto per permettere la scoperta, la spontaneità.
A questo punto è necessario domandarsi: “Come sono le nostre strutture socio sanitarie? rispondono a questo pensiero? sono concretamente a misura di persona con demenza?”
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fonte: Anita Avoncelli, Montessori abbraccia le demenze, Maggioli, 2020