MONTESSORI ABBRACCIA LE DEMENZE
Intervista di: Chiara Marcon de ilgiornale.ch
il giornale degli italiani in Svizzera
Quante volte, nelle pubblicità di qualche realtà socio sanitaria, abbiamo visto divise inamidate, figure rilassate e visi sorridenti di operatori, infermieri e altri professionisti che si occupano di demenza? Nella vita quotidiana le cose non vanno così. E oggi, dopo lo stravolgimento epocale in cui siamo immersi, ancora di più. Spesso a fine turno molti operatori sono sfigurati dalla fatica.
Turni che spesso non rispondono più a livelli di assistenza pensati e progettati anni fa. La realtà è che le persone che arrivano nelle strutture sono molto cambiate rispetto ad una volta, perché hanno già delle necessità di tipo assistenziale molto impegnative. Nella foto a sinistra la dottoressa Anita Avoncelli. Spesso non deambulano, sono già allettate, le disfagie sono all’ordine del giorno, la comunicazione verbale non è più il canale privilegiato. Per cui, che fare? Questo lavoro rappresenta il tentativo di ripensare completamente al senso della vita delle persone con demenza, all’interno delle strutture socio sanitarie, ma non solo. Una risposta per i professionisti del settore in particolare, ma anche per tutti coloro che si trovano a vivere l’esperienza di un loro caro che convive con la demenza. La persona affetta da demenza fa tornare alla mente la storia di Pollicino, che mentre cammina lascia delle tracce dietro di sé: per farsi scoprire? Per farsi capire? Sta a noi comprendere, attraverso l’osservazione, che cosa sta accadendo e cercare di trovare delle soluzioni, anche fossero solo per riuscire a stare accanto. Il nuovo libro di Anita Avoncelli parte con delle domande profonde, scomode visto anche il periodo storico e sociale che stiamo vivendo con il Covid-19, un virus che ha penalizzato categorie già deboli e che emargina ancora di più persone che normalmente trovano una dimensione reale nella normalità. Grazie al suo ultimo scritto, https://www.maggiolieditore.it/montessori-abbraccia-le-demenze.html gli operatori e i familiari di questo tipo di paziente, possono trovare non solo degli spunti di riflessioni ma anche schemi pratici da seguire tutti i giorni per rendere più’ confortevole e meno gravosa la quotidianità. La dottoressa Avoncelli lavora da molti anni nel campo delle demenze, cercando di portare quel cambiamento valido a modificare la visione stessa di malattia e di conseguenza l’assetto organizzativo e relazionale. Ha sposato la pedagogia montessoriana nel suo originale pensiero fatto di libertà, rispetto ed uguaglianza, elementi fondamentali nella vita di ognuno di noi. Per conoscere le sue iniziative e contattarla potete visitare il suo sito https://www.avoncellianita.it Intuizioni montessoriane per la demenza una nuova visione di cura, è stato il primo libro dove hai messo in parallelo il mondo dei bambini con quello degli anziani, come hai avuto questa intuizione? Questo libro uscito nel 2018 è nato dall’osservazione e dall’esperienza diretta di 20 anni di contatto con persone con demenza ed i loro familiari. Mi ero accorta che gli approcci fino a quel momento utilizzati, non mi appartenevano completamente. La pedagogia montessoriana nella sua immediatezza e concretezza ha rappresentato un faro. L’osservazione mi ha fatto cogliere l’assonanza dei miei vecchi studi di pedagogia, psicologia dell’età evolutiva con Piaget, ma allo stesso tempo…. l’articolo continua su: http://www.ilgiornale.ch/Joomla1/index.php?option=com_content&view=article&id=15770:intervista-con-anita-avoncelli-montessori-abbraccia-le-demenze&catid=22&Itemid=37 |