Pensare di applicare il modello Montessori per la demenza è un progetto di grande utilità a causa del numero delle demenze che stanno continuamente aumentando.
Questo modello rappresenta un aiuto concreto alle figure che maggiormente ruotano intorno alla persona con demenza e quali sono? tutte le figure socio sanitarie ed i familiari.
La demenza nel 2016 è stata definita da ADI e dall’OMS una “priorità mondiale”, ogni 4 secondi è previsto un nuovo caso di demenza ed è previsto che tale numero triplichi nei prossimi 40 anni.
Ritengo possa essere inverosimile continuare con modelli di intervento che erano vicini al mondo dell’anziano di soli 10 anni fa quando le necessità di oggi sono completamente cambiate.
Credo piuttosto che la rivisitazione che ho apportato, al metodo Montessori per la demenza, intuito già anni fa da Camp, possa essere un valido sostegno ed aiuto nella misura in cui non vi è una semplice applicazione di un metodo ma lo studio sistemico della persona e poi la la visione di un modello di intervento, altrimenti si corre il rischio di omologazione, che è proprio ciò di cui facciamo volentieri a meno.
I luoghi devono essere accoglienti, proprio per agevolare quel sentirsi a casa che tanto ci rassicura, essere autonomi, attraverso una preparazione dell’ambiente, impegno costante degli operatori, proprio per creare dei punti di riferimento precisi atti a rassicurare, attraverso materiali riconoscibili.
Dott.ssa Anita Avoncelli
www.avoncellianita.it