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Perché Montessori nelle demenze?

La pedagogia Montessoriana è un approccio educativo sviluppato dalla dottoressa Maria Montessori più di cento anni fa, che si basa sull’osservazione, il rispetto e la valorizzazione delle capacità individuali di ciascun bambino. Tuttavia, i principi montessoriani sono stati adattati anche per lavorare con adulti, in particolare nelle persone affette da demenza. L’approccio Montessori per la demenza si concentra sul miglioramento della qualità della vita degli anziani, cercando di stimolare le loro capacità cognitive e mantenere l’autonomia il più a lungo possibile, rispettando la loro dignità e individualità.

Principi dell’approccio Montessori per la demenza:

  1. Attività personalizzate: Vengono proposte attività che si adattano alle capacità e agli interessi dell’individuo, senza forzare prestazioni superiori a quelle che la persona può raggiungere. L’idea è quella di mantenere la persona impegnata e soddisfatta, prevenendo la noia o l’ansia.
  2. Sostegno positivo: Le persone con demenza sono incoraggiate a partecipare attivamente senza essere giudicate. L’approccio evita l’uso di punizioni o frustrazioni, ma piuttosto si concentra sul rinforzo positivo.
  3. Promozione dell’autosufficienza: L’approccio Montessori aiuta a preservare l’autonomia dei pazienti, incoraggiandoli a svolgere attività quotidiane come vestirsi, mangiare e curare se stessi, compatibilmente con le loro capacità. Questo aiuta a mantenere un senso di controllo e dignità.
  4. Semplicità e chiarezza: Le attività proposte sono semplici, strutturate e ripetitive, in modo che le persone possano seguirle con facilità. Vengono utilizzati oggetti e materiali familiari che stimolano i sensi e favoriscono l’interazione.
  5. Integrazione di tutte le capacità: Anche se alcune funzioni cognitive possono essere compromesse dalla demenza, molte altre capacità (come la memoria procedurale o le abilità motorie) possono ancora essere attive. L’approccio Montessori cerca di stimolare queste capacità, per esempio, attraverso attività manuali o interazioni sociali.

Esempi di attività Montessori per persone con demenza:

  • Giardinaggio: Lavorare con le mani, prendersi cura delle piante o fare piccoli lavori di giardinaggio può stimolare il senso di soddisfazione e legame con l’ambiente.
  • Attività artistiche: Disegnare, dipingere o manipolare argilla, che non solo favoriscono la creatività, ma anche la coordinazione motoria.
  • Raccontare storie o ascoltare musica: Le attività che stimolano la memoria emotiva, come l’ascolto di canzoni familiari o la lettura di storie, possono evocare ricordi e promuovere il benessere emotivo.
  • Esercizi pratici: Attività come piegare i vestiti, ordinare oggetti o dare da mangiare agli animali possono stimolare la routine quotidiana e l’autosufficienza.

Benefici:

  • Miglioramento della qualità della vita: Le attività che stimolano la persona e la fanno sentire utile contribuiscono al benessere psicologico e fisico.
  • Rinforzo della memoria: Le attività pratiche possono stimolare la memoria procedurale e altre capacità cognitive.
  • Riduzione dell’aggressività e dell’ansia: Un ambiente stimolante e strutturato aiuta a ridurre la frustrazione, che è spesso associata alla demenza.
  • Preservazione dell’autonomia: Le persone con demenza possono continuare a sentirsi in grado di fare cose in modo indipendente, sebbene con l’assistenza appropriata.

In sintesi, l’approccio Montessori per la demenza non solo offre un’alternativa alle tradizionali pratiche assistenziali, ma incoraggia anche l’autosufficienza, il rispetto e la partecipazione attiva, migliorando la qualità della vita delle persone anziane affette da demenza.

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Demenza giovanile

La Demenza Giovanile: Un Fenomeno Emergente

La demenza giovanile è una condizione rara e spesso fraintesa, che riguarda individui sotto i 65 anni, un’età in cui la demenza è tradizionalmente associata alla senilità. Mentre la demenza viene generalmente vista come un disturbo legato all’invecchiamento, una crescente consapevolezza sta facendo luce su forme di deterioramento cognitivo che si manifestano in età precoce. Questo fenomeno, sebbene meno comune, sta diventando un’importante area di ricerca e preoccupazione nella medicina neurologica e nella psichiatria.

Cos’è la Demenza Giovanile?

La demenza giovanile, nota anche come “demenza precoce”, è una condizione neurodegenerativa che colpisce persone più giovani, spesso tra i 30 e i 60 anni. Essa implica un declino significativo delle funzioni cognitive, che può includere perdita della memoria, difficoltà di linguaggio, disorientamento spaziale e cambiamenti nel comportamento. La demenza giovanile può essere causata da vari fattori, tra cui malattie genetiche, lesioni cerebrali traumatiche, infezioni o disturbi neurodegenerativi rari come la demenza frontotemporale e la malattia di Alzheimer precoce.

Le Cause della Demenza Giovanile

Esistono diverse cause che possono portare alla demenza in età giovane, alcune delle quali sono ereditarie, mentre altre derivano da malattie acquisite. Le cause principali includono:

  1. Malattia di Alzheimer precoce: Sebbene la malattia di Alzheimer sia comunemente associata agli anziani, in alcuni casi può manifestarsi prima dei 65 anni. Questo tipo di Alzheimer è più aggressivo e progredisce rapidamente.
  2. Demenza Frontotemporale (FTD): La FTD è una delle forme più comuni di demenza giovanile, che colpisce soprattutto la parte del cervello responsabile della personalità, del comportamento e del linguaggio. I sintomi principali includono cambiamenti nel comportamento sociale, disinibizione e difficoltà nel linguaggio.
  3. Malattia di Huntington: Questa è una malattia genetica che causa il deterioramento progressivo delle cellule cerebrali, portando a movimenti incontrollabili, disturbi psicologici e demenza. Può esordire in età relativamente giovane.
  4. Trauma cranico: Lesioni cerebrali traumatiche, come quelle derivanti da incidenti stradali o sportivi, possono aumentare il rischio di sviluppare disturbi cognitivi a lungo termine, inclusa la demenza.
  5. Infezioni cerebrali o malattie autoimmuni: Alcune infezioni e malattie autoimmuni possono danneggiare il cervello e portare a un rapido declino cognitivo.
  6. Disturbi metabolici o carenze vitaminiche: La malnutrizione, le carenze di vitamine come la B12, o malattie metaboliche rare possono causare deterioramento cognitivo e sintomi demenziali.

Sintomi e Diagnosi

I sintomi della demenza giovanile possono variare a seconda della causa, ma generalmente includono:

  • Perdita di memoria: Difficoltà a ricordare eventi recenti o informazioni quotidiane.
  • Difficoltà nel linguaggio: Avere problemi a trovare le parole giuste o a comprendere frasi complesse.
  • Cambiamenti nel comportamento e nella personalità: Diventare impulsivi, irritabili o socialmente inappropriati, con una tendenza a isolarsi.
  • Problemi motori: In alcune forme di demenza giovanile, possono comparire difficoltà nei movimenti, tremori o rigidità.
  • Difficoltà nell’orientamento: Disorientamento spaziale, confusioni su dove ci si trova o su come arrivare a un luogo familiare.

La diagnosi di demenza giovanile è complessa e richiede una valutazione neurologica approfondita, che include esami di imaging cerebrale (come la risonanza magnetica o la tomografia a emissione di positroni), test neuropsicologici e analisi genetiche quando sospettato un disturbo ereditaria. È fondamentale un intervento precoce, poiché un trattamento tempestivo può rallentare il decorso della malattia e migliorare la qualità della vita del paziente.

Il Trattamento e le Sfide Sociali

Purtroppo, non esiste una cura definitiva per la demenza giovanile, ma ci sono trattamenti che possono alleviare i sintomi e rallentare la progressione della malattia. I farmaci, come gli inibitori delle colinesterasi per la malattia di Alzheimer o gli antidepressivi per gestire i cambiamenti emotivi, possono essere utili. Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale e il supporto psicologico sono fondamentali per migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.

Uno degli aspetti più difficili della demenza giovanile è l’impatto sociale. I giovani con demenza spesso affrontano una diagnosi che li rende socialmente invisibili, poiché la condizione è generalmente associata agli anziani. Inoltre, i familiari devono affrontare enormi difficoltà emotive e pratiche, come il cambiamento dei ruoli familiari e la necessità di prendersi cura di una persona che prima era indipendente.

Conclusione

La demenza giovanile è una realtà emergente che richiede maggiore attenzione da parte della comunità medica, sociale e politica. La consapevolezza crescente su questa condizione è fondamentale per garantire diagnosi tempestive, trattamenti adeguati e supporto alle famiglie. Sebbene i progressi nella ricerca stiano dando speranza, la strada per una cura definitiva è ancora lunga. L’importanza di sensibilizzare sulla demenza giovanile rimane cruciale, poiché può migliorare il sostegno e la qualità della vita delle persone colpite.

La libertà non ha età

GERIATRA A DOMICILIO: Collaborazione con il Dott. Valerio Benori

In questi anni molte volte i familiari o realtà, mi hanno contattato chiedendomi un intervento in ambito educativo, cognitivo o domiciliare.

Spesso è emersa la necessità di collaborare con validi professionisti che hanno una visione della persona a livello completo, uscendo anche dall’aspetto solo sanitario, innescando un intervento il più specifico possibile.

La dott.ssa Avoncelli Anita ha iniziato a collaborare con il Dott. Valerio Benori, geriatra che presta servizio sia a livello ambulatoriale che domiciliare e che sposa il modello Montessori nel campo delle demenze.

Conoscere una famiglia è entrare in punta di piedi nella vita dei suoi membri, tutto ciò rappresenta il primo passo per una cura che mette veramente al centro la persona.

Alla pagina PARTNER trovate il suo riferimento: https://www.avoncellianita.it/partners/

La formazione non è un costo ma un investimento

Risulta sempre più urgente, tornare ad investire su un processo di apprendimento, che non si esaurisce ad una certa età o con il raggiungimento di una certa posizione professionale, ma la formazione continua permette di acquisire nuove conoscenze,  utili a valorizzare la professionalità nel presente e nel futuro, a qualunque punto della carriera ci si trovi.

La formazione dovrebbe essere sempre più vista in modo lungimirante, ovvero come un vero e proprio investimento del capitale umano, azienda o struttura che sia, soprattutto quando si parla di realtà che operano con altre persone.

Dopo il periodo Covid si assiste invece ad una fuga sempre più rilevante del personale socio sanitario nel campo dell’assistenza?

Il poco riconoscimento è sicuramente una componente importante. Si vuole veramente fare qualcosa per invertire tale tendenza?

Pensiamoci e torniamo ad investire nel capitale umano, per oggi, ma soprattutto per domani.

Nuova stagione Nuovi corsi

Siamo lieti di informarvi che stiamo pianificando i nuovi corsi per la prossima stagione:

autunno inverno 2024

inverno primavera 2025

Con molte novità soprattutto sul tema del disturbo del comportamento, come gestire le situazioni più critiche, come attivare il cambiamento nella propria équipe.

Se sei un professionista o una struttura ti aspettiamo.

Stiamo raccogliendo le tue preferenze, che cosa ti aspetti dal corso, che cosa senti come bisogno formativo.

A tutto questo cercheremo di dare una risposta

Ti chiediamo di rispondere a questo breve modulo: https://forms.gle/ioSbD6cskRdigY4X8

oppure mandare una mail a: info@avoncellianita.it

Perché Montessori nelle demenze?

Il Programma Montessori per la Demenza (MPD) offre un approccio innovativo e sensibile per affrontare le sfide legate alla demenza, concentrandosi sulla preservazione e il rinforzo delle capacità residue delle persone affette da questa condizione. Integrando i principi della didattica montessoriana, il MPD si basa su una serie di strategie mirate e attività strutturate che si adattano alle esigenze e al livello di compromissione cognitiva del singolo paziente.

Gli studi  evidenziano l’efficacia e la versatilità del Programma Montessori per la Demenza (MPD) in diversi contesti e con diversi gruppi di persone coinvolte nella cura e nel supporto dei pazienti affetti da demenza.

1. **Coinvolgimento del paziente in attività personalizzate**: Centrare le attività sulle preferenze e sui bisogni del paziente porta a una maggiore attivazione e a un aumento degli atteggiamenti positivi. Questo approccio favorisce il coinvolgimento attivo del paziente nel perseguire obiettivi collegati ai propri bisogni, migliorando il successo degli interventi.

2. **Miglioramento delle relazioni familiari**: Il coinvolgimento dei familiari nel MPD durante le visite ai propri cari ricoverati in case di riposo può contribuire a ridurre lo stress percepito dai caregiver, migliorando la qualità della vita percepita sia da parte dei familiari che dei pazienti. Questo porta a una valutazione più positiva delle relazioni e può ridurre il senso di colpa e il risentimento associati alla malattia.

3. **Formazione del personale residenziale**: La formazione del personale che lavora con persone affette da demenza nelle strutture residenziali può aumentare la soddisfazione del personale e migliorare la capacità di prevenire comportamenti aggressivi. Questo porta a un ambiente più positivo e caldo per i pazienti, migliorando la qualità complessiva dell’assistenza.

4. **Ruolo del paziente-leader**: Coinvolgere i pazienti ai primi stadi di demenza come “pazienti-leader” può avere diversi benefici, tra cui aumentare l’autostima e l’autoefficacia del paziente stesso, facilitare la trasmissione di conoscenze e abbattere le barriere intergenerazionali. Questo approccio valorizza il ruolo del paziente nella società e contribuisce alla sua integrazione e partecipazione attiva.

Complessivamente, il MPD offre un approccio olistico e centrato sulla persona per affrontare le sfide associate alla demenza, coinvolgendo attivamente pazienti, familiari e operatori sanitari per migliorare la qualità della vita e promuovere un ambiente di cura più empatico e inclusivo.

In definitiva, il MPD si propone di migliorare la qualità della vita dei pazienti con demenza, offrendo loro opportunità significative di partecipazione e stimolazione cognitiva, mentre fornisce supporto e sollievo ai loro caregivers. Questo approccio si distingue per la sua enfasi sull’empatia, sull’individualizzazione delle attività e sull’uso di strategie non farmacologiche per affrontare i sintomi della demenza.

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Montessori in Svizzera 2024

Da diversi anni è nata un’importante collaborazione con Croce Rossa Svizzera che crede fortemente come Cantone al Modello Montessori per le demenze a base sistemica che porto avanti proprio per una visione complessiva dell’essere umano.

Il modello Montessori per le demenze rappresenta una strategia di intervento che aiuta in primis la persona con demenza, giovane o anziana che sia, a mantenere la sua autodeterminazione a prescindere dalla malattia ma anche tutto il team di professionisti.

Anche i familiari divengono un punto di riferimento nella vita e stimolazione cognitiva globale che viene messa in pratica.

Interessante notare come negli anni, molti professionisti e importanti clinici, abbiamo utilizzato, il modello Montessori e per tanto la sua pedagogia, purtroppo senza rendere merito alla vera autrice, che più di cento anni fa, promuoveva una visione di educazione  centrata sulla persona, sull’ambiente e sull’attività, quello che oggi chiamiamo Progetto di Vita.

Il progetto di Vita nasce più di 100 anni fa con Maria Montessori, neuroscienziata, pedagogista, che aveva una visione evolutiva del bambino, che partendo dalla fragilità, riusciva a recuperare ogni possibile potenzialità.

Ci vediamo in Svizzera

 

Collaborazione con il progetto R.I.T.A.

In un’ottica di continua ricerca e miglioramento delle diverse proposte che possono portare a condividere progetti di cura e sostegno per le persone con demenza e disabilità, con piacere informo che è nata una collaborazione con il progetto RITA (Reminiscence/Rehabilitation & Interactive Therapy Activities).

Eventuali richieste di informazioni e contatti potranno essere fatti tramite:

il modulo: https://share.hsforms.com/1m_syO9hgQiywLMcaTDiDsQ4easb

oppure inquadra il seguente QR code:

 

R.I.T.A. è un intervento terapeutico digitale che mira a migliorare l’assistenza fornita agli anziani, a coloro che vivono con demenza, con problemi di salute mentale, lesioni cerebrali acute e difficoltà di apprendimento.

RITA si pone come mezzo per sostenerli, riducendo la loro agitazione, isolamento, depressione e delirio. Attualmente, l’adozione di RITA sta registrando un significativo aumento in tutto il Regno Unito, sia per il miglioramento registrato nella qualità di vita e benessere dei pazienti, sia grazie ai benefici e risultati secondari ottenuti con l’utilizzo integrato in una serie di servizi del Sistema Sanitario Nazionale (NHS) e di settori della sanità e dell’assistenza sociale, tra cui l’assistenza agli anziani, la cura della demenza, la riabilitazione degli ictus, la LD (Learning Disability – Disturbi Specifici dell’Apprendimento), l’ABI (Acquired Brain Injury –Cerebrolesione Acquisita), le case di riposo e di cura, il pronto soccorso e l’ICU/ITU (Unità Terapia Intensiva).

Mentre lo scopo principale di RITA è migliorare la qualità della vita e il benessere; ai molteplici risultati che si ottengono quando la tecnologia viene adottata e utilizzata in modo appropriato ed integrato.

  • Questi risultati qualitativi sono riportati dagli utilizzatori:
    • Riduzione delle cadute a seguito dell’introduzione di RITA
    • Minore richiesta di assistenza individuale: 1:1, 2:1 e 3:1
    • Supporta il progetto Dementia Care Mapping™
    • Riduzione nell’uso di farmaci antipsicotici e sonniferi
    • Riduzione dei Tempi di Ospedalizzazione
    • Riduzione del Ritardato Trasferimento
    • Migliore esperienza paziente, famiglia e personale
    • Migliorato ciclo veglia-sonno
    • Aumento di dignità, rispetto e benessere nei pazienti a fine vita
    • Miglioramenti nella qualità dell’assistenza centrata sul paziente
    • Miglioramento della qualità percepita da familiari ed amici
    • Riduzione degli incidenti di salvaguardia
    • Migliore interazione assistenti e paziente, parenti e paziente

 

Materiale Montessori per le demenze e disabilità

Perché i materiali Montessori nelle disabilità e demenze?
Diverse ricerche hanno evidenziato come il ricorso alla pedagogia montessoriana sia in grado, accanto ad altre tecniche, di compensare i danni cognitivi determinati da patologie neuro-degenerative come la malattia di Alzheimer e altre demenze, ma anche nelle disabilità al fine di dare sequenzialità agli stimoli proposti focalizzando l’attenzione, come processo cognitivo che permette la selezione percettiva delle informazioni ambientali, in base alla rilevanza dell’individuo.
Il materiale permette, in base alle sue caratteristiche di rispondere alle specificità attentive, focalizzando la possibilità di concentrarsi su uno o più stimoli target selezionandoli tra altri.
Sappiamo che l’attenzione può essere suddivisa in selettiva, divisa e sostenuta, questi materiali ben si sposano nel sostenere i sistemi attenzionali sia posteriori (PAS) che anteriori (AAS) e quindi lavorare sui disturbi di attenzione presenti in diverse patologie.
I materiali selezionati permettono, inoltre, di lavorare su specifiche agnosie ma anche per i disturbi spaziali, nonché in alcune disgrafie e dislessie da neglet, ecc.
Tali materiali assieme ad una formazione specifica: vedi la pagina EVENTI https://www.avoncellianita.it/2024-2/

divengono un utile aiuto nella riabilitazione in fase di recupero o di mantenimento di abilità specifiche nei casi di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
È stato dimostrato che una terapia riabilitativa mirata, stimola l’espansione della rappresentazione nervosa dell’area colpita da lesione.
Fenomeni di neuroplasticità non sono solo osservabili in caso di lesioni verificatesi nello sviluppo cerebrale ma anche in individui adulti.
I materiali proposti e selezionati da GAM Gonzagarredi Montessori con la collaborazione e scelta di Anita Avoncelli, sono stati in alcuni casi riadattati, proprio per rispondere a questi specifici bisogni.

Vedi alla voce DEMENZA E DISABILITÀ:

 

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