Ci rivediamo più avanti, più forti e con tanti progetti!!
Come sapete ho dovuto spostare tutte le giornate di formazione, supervisioni, molte conferenze a cui avrei dovuto essere presente sono state posticipate, molte persone, che avevano collaborato in questi mesi con me, si sono dovute fermare, ma sono sicura che, quando tutto questo sarà superato, ci ritroveremo ed avremo imparato tanto: sicuramente ad apprezzare molto di più la nostra “banale” quotidianità.
Ho aspettato a scrivere, perché questo sito è dedicato ad altro mi sono detta, ed invece no, mi ritrovo anche io a dire qualcosa e permettetemi di farlo proprio perché in questo momento di grande difficoltà, forse ci troviamo tutti più simili.
Chi in questo periodo si è trovato a rimodulare la quotidianità del proprio lavoro in ambito sociosanitario sa perfettamente di che cosa parlo. Il nostro lungo lavoro è stato completamente stravolto per andare incontro ad esigenze che erano prima di tutto primarie. Una guerra combattuta verso un nemico invisibile che ancora di più ci impone una conversione di ciò che abbiamo strutturato fino ad oggi nelle realtà residenziali.
Non possiamo avere paura perché è un’emozione da accogliere, possibilmente gestirla e canalizzarla verso il futuro, verso i nostri progetti, solo così possiamo veramente farne tesoro, diversamente il rischio è quelli di annientarci prima ancora che ci sia una concretezza.
Dobbiamo occuparci di noi stessi prima ancora che delle nostre famiglie e, credetemi non sono egoista, ma solo così potremmo essere utili a chi vogliamo veramente bene. Dobbiamo sostenerli e per poterlo farlo dobbiamo sostenere prima di tutto noi stessi. Dobbiamo volerci più bene!
Infondere fiducia in un momento in cui c’è bisogno di risposte che ancora non ci sono, come un genitore che magari non sa dirti che cosa succederà ma ti è accanto qualsiasi cosa accada.
Quello che dobbiamo fare in questo momento è esser-ci con la nostra presenza, rispettosi di non poterci sostituire a nessun familiare.
Questo è un periodo difficile ma cerchiamo di superarlo cercando di usare la nostra memoria, sì proprio quella che nella demenza purtroppo si perde, perché questo momento non scivoli via come dell’acqua su di un terreno arido, ma sia quella goccia che riesce a scalfire una roccia mostrandoci le nostre priorità.
Oggi stiamo toccando con mano ciò che i nostri anziani ci chiedono ogni giorno, gli affetti e la normalità che fa parte della loro stessa vita. Oggi noi stiamo tornando a scuola, ci viene data un’opportunità prima che sia troppo tardi, un insegnamento che non si impara sui libri di scuola ma che vivi con la tua stessa esperienza. La quotidianità.
E chi comprende subito tutto? i bambini e gli anziani.
Impariamo da loro.
cit. Anita Avoncelli